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domenica 19 maggio 2024 | ore 00:56

La Juve vola a +11: scudetto vicino

I bianconeri battono anche la Lazio e approfittano del pari tra Milan e Napoli, in corsa per il secondo posto. Fiorentina che adesso vuole i preliminari di Champions. Male l'Inter, ormai fuori dai giochi e in una profonda crisi. Prova a tenere il passo la Roma.
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Nella 32esima giornata di serie A, conquista una fondamentale vittoria il SIENA che si impone sul campo del PESCARA per 3 a 2. Inizio sfavillante dei bianconeri, che mostrano grinta e agonismo da vendere: spingono molto grazie al moto perpetuo Angelo sulla destra e al trio offensivo Emeghara-Rosina-Sestu, con gli attaccanti che, con dribbling e giocate di pregio, mettono in enorme apprensione la difesa abruzzese. Prima occasione per Sestu, che colpisce la traversa con uno splendido destro a giro, con Angelo che, poco dopo, sfrutta al meglio una bella azione propiziata da Sestu e Rosina, convertendo in rete di testa un errato disimpegno di D’agostino per l’1 a 0, al quale fa seguito, su cross di Sestu, la sfortunata autorete del 2 a 0 di Zanon. Il Pescara, nonostante un pessimo primo tempo, scende in campo nella ripresa con grande voglia e agonismo, e si riversa in avanti con insistenza, spesso a pieno organico, nel tentativo di riacciuffare il match, tanto che in una manciata di minuti ribalta il risultato. Abruzzesi devastanti sulla trequarti, con Sculli che trova il cambio di marcia per i suoi, essendo abile a propiziare l’azione del 2 a 1, raccogliendo un bell’assist di Celik, con la palla che, respinta da Pegolo, è recuperata dallo stesso svedese, che insacca il 2 a 1, a cui fa seguito il 2 a 2, con una magistrale punizione di Togni. A questo punto, le squadre si riversano in avanti alla ricerca del gol vittoria, lasciando all’avversario immense praterie per colpire in contropiede (sui due fronti, Pozzi e Sculli centrano il palo). Gli ultimi palpitanti minuti regalano al Siena, su contropiede viziato da fuori gioco, il 3 a 2 finale, grazie alla rete di Emeghara su assist di Agra. Coglie un’importante vittoria la FIORENTINA, che si impone a Bergamo sull’ATALANTA per 2 a 0. Sono i viola ad avere spesso in mano il pallino del gioco, anche se il possesso palla è spesso sterile, con il gran lavoro di Biondini, che limita le giocate di Valero e Pizarro in mezzo al campo, con i due che faticano a trovare le punte e a servire i ben marcati esterni. L’Atalanta sviluppa le sue azioni soprattutto sulla sinistra, con Bonaventura, dai cui piedi partono le giocate più interessanti, con uno contro uno e cross a cercare Denis. Poche le occasioni, con il tatticismo che la fa da padrone, con un colpo di testa di Denis e un debole tiro di Aquilani. Il secondo tempo vede la viola rispolverare il tridente, dando così la possibilità a Cuadrado, e successivamente a Ljajic, di disporre di maggior campo, così da sfruttare al meglio le proprie abilità e doti balistiche di uno contro uno e dribbling. La mossa funziona alla perfezione, con i registi toscani che, protetti dalla fisicità di Sissoko (che funge da vera e propria diga di centrocampo) hanno la libertà di impostare con splendidi tocchi e assist smarcanti. E’ prima Cuadrado a servire dalla destra una bella palla per il piazzato di Sissoko, che costringe al gran intervento Consigli. E’ poi il neo entrato Ljajic che, da sinistra, trova il rigore saltando con un bel tocco Stendardo, che colpisce con la mano, prendendosi il giallo, per l’1 a 0 realizzato da Pizarro. Il gol da ulteriore morale ai viola, che mantengono sempre più il pallino del gioco e trovano la seconda rete con Larrondo. Termina per 1 a 1 il lunch match tra PALERMO e BOLOGNA. Inizio con il piede sull’acceleratore per i rosanero, che attaccano a spron battuto, con il duo Ilicic-Miccoli che dialoga splendidamente, con l’1 a 0 che arriva dopo pochi minuti grazie allo stesso Ilicic. Il Palermo continua a spingere con i talentuosi attaccanti che, con due azioni fotocopia, sfiorano il 2 a 0, liberandosi al tiro col sinistro (in entrambi i casi è però debole) a fronte di un Bologna che, orfano di Diamanti e spesso schiacciato nella sua metà campo, tenta alcuni lanci in profondità per Gilardino, con il solo Gabbiadini abile tra le linee a pressare gli avversari e a trovare la giocata vincente, concretizzando poco dopo un clamoroso errore di Sorrentino, che vale l’insperato 1 a 1, a porta vuota, a cui risponde Miccoli che centra un clamoroso palo su grande assist di Donati. La ripresa vede i padroni di casa spingere con forza alla ricerca del prezioso gol vittoria, con il lavoro degli esterni, gli inserimenti dei centrocampisti a supporto delle punte con imprevedibili tagli, e la verv di Miccoli, che ci prova con diverse soluzioni, esponendosi inevitabilmente a pericolosi contropiedi avversari. Il Bologna risponde con Pasquato, il cui sinistro termina fuori di nulla, e, ancora su contropiede, il Gila si vede anticipare sottomisura da un gran intervento difensivo di Aronica. Il possesso palla del Palermo è spesso sterile, a causa del gran nervosismo degli undici, con le occasioni che scaturiscono per lo più nei minuti finali, con giocate individuali, con due conclusioni da fuori di Barreto e Garcia, ben sventate da Curci, un rigore invocato da Kurtic, e una quasi autorete di Guarente, per il pari finale. Esce sconfitta l’INTER per 2 a 0 nella sfida di Trieste contro il CAGLIARI. Il primo tempo vede inizialmente un buon Cagliari servire in profondità la rapidità di Ibarbo, con gli spazi aperti dalla punta che liberano spesso al tiro i mediani, con Conti e Dessena, pericolosi al tiro. Esce poi a sprazzi una buona Inter, che grazie alle geometrie di Kovacic, alle giocate sulla fascia di Alvarez e ad alcuni buoni inserimenti dei centrocampisti, costruisce interessanti azioni da rete. Clamorosa è quella che capita sui piedi di Cambiasso, che raccoglie un bell’assist di Rocchi e coglie un clamoroso palo, con Guarin che poco dopo, su assist di Alvarez, calcia forte, ma troppo centralmente, al pari di un sinistro di Alvarez, anch’esso alto, a fronte di una sola occasione in contropiede del Cagliari, con Ibarbo, che servito da da Murru, viene anticipato sottoporta da Pereira. Ad inizio secondo tempo, l’Inter crea diversi attacchi soprattutto dalle fasce, che producono alcuni calci d’angolo, con numerose discese del capitano Zanetti, ma i sardi sono solidi,e i pericoli subiti, sono sporadici. È prima Guarin, ad impegnare Agazzi con un gran destro, poi, su cross deviato ancora di Guarin, la palla termina sui piedi di Alvarez, che trova un gran sinistro, che termina fuori, mentre pochi istanti dopo accade l’episodio del rigore concesso al Cagliari, per fallo inesistente di Silvestre (poi ammonito) su Pinilla, con lo stesso attaccante cileno, che realizza freddamente l’1 a 0. I nerazzurri tentano subito la reazione, con una girata di Rocchi sull’esterno della rete e un paio di tentativi di Guarin, che è però impreciso e poco incisivo, al pari di altri uomini chiave, apparsi sottotono. Il Cagliari, invece, con il passare dei minuti, approfitta delle difficoltà fisiche dell’Inter e della mancanza di filtro a centrocampo vista l’uscita, poco prima, di Gargano per infortunio, e colpisce di rimessa, con Cabreara, che serve in mezzo Pinilla, freddo nel tocco del 2 a 0, ed Ibarbo, che centra una clamorosa traversa, con L’Inter che tenta addirittura la mossa di Samuel centravanti, visti le pesantissime assenze in attacco come prime punte e la perdita anche di Nagatomo, ma il risultato non cambia. Termina per 0 a 0 la sfida tra CHIEVO VERONA e CATANIA. Partita noiosa, con il tatticismo che la fa da padrone, con le mediane che fungono da diga, senza però servire palla giocabile agli attaccanti, e le difese attentissime, che bloccano sul nascere le sporadiche occasioni profuse, concedendo solo velleitari tiri dalla distanza. Le rare possibilità capitano soprattutto su calci piazzati, con l’unica su azione di Théréau, che spara alto un cross di Pellissier, al quale rispondono due punizioni di Lodi, con Bergessio, che nel secondo tentativo ci mette la testa impegnando Puggioni, con l’ultima chance di Andreolli, ben respinta da Andujar. Coglie una bella vittoria l’UDINESE, che si impone a PARMA per 3 a 0. Partita con la spina scollegata per i ducali, che lasciano enorme spazio ai centrocampisti avversari per inserirsi in zona rete, oltre a marcare blandamente le rapide punte avversarie, senza mai ripartire, non sviluppando una buona manovra offensiva. Occasioni quasi esclusivamente di marca friulana, con Muriel, che dopo pochi minuti, trova già la rete, su splendida azione orchestrata dalla mediana, e rifinita da Zielinski, a cui fa seguito, un'altra grande giocata dei centrocampisti, con Allan che sfonda centralmente, permettendo a Basta di servire Muriel, che, solo in area, insacca il 2 a 0, con il terzo gol, sfiorato da un gran coast to coast di Allan, che angola di poco il destro. Nella ripresa, viene chiusa ben presto la pratica, con lo scatenato Muriel che va via sul fondo e mette in mezzo, e dopo un tiro respinto di Zielinski, ci pensa Pereyra a trovare il 3 a 0, a fronte di un unico tentativo di testa di Amauri, per la meritata vittoria finale. Finisce sull’1 a 1 l’atteso derby tra GENOA e SAMPDORIA. Partita, come da pronostico, nervosa e fallosa, con poco gioco e numerose brutte entrate, con le occasioni che scaturiscono da azioni personali. Nei primi minuti c’è un solo tentativo alto di Kucka ed un fallaccio di Matuzalem su Kristicic, che costa la barella al doriano e solo il giallo al genoano, con Eder, che trova poco dopo, su una delle rare azioni di calcio, una magistrale punizione che coccia il palo e termina in rete per l’1 a 0. Nella ripresa, il Genoa attacca con insistenza, più con i nervi e con azioni individuali che con il gioco, con un tiro alto di Borriello, un altro rimpallato di Kucka, con l’episodio dell’espulsione di Costa, che permette al Genoa di provarci con maggior insistenza, trovando la rete con una perla di Matuzalem, che pennella un tiro cross che si insacca sotto l’incrocio dei pali, con Kucka, che ha di testa, una buona occasione, con il pari che non cambia, grazie alla grande solidità con l’uomo in meno della Doria. Termina per 2 a 1 a favore della ROMA, la sfida in casa del TORINO. Match molto gradevole, con le due squadre che utilizzano al meglio le proprie armi offensive. Il Toro sfrutta il gioco sulle fasce, con le abilità balistiche e di uno contro uno di Cerci; la Roma risponde, anch’essa, con numerosi attacchi dalle corsie laterali a cercare la fisicità di Osvaldo, e gli uno contro uno, partendo da destra, del talentuosissimo Lamela. Prima incursione di marca giallorosa, con Dodò che sventaglia in mezzo per Lamela, che è però impreciso nella deviazione, mentre è glaciale Osvaldo, che converte in rete un altro cross dall’esterno di Balzaretti, disegnando di testa una parabola imprendibile per Gillet che vale l’1 a 0. Risponde il Toro, con una bella punizione di Cerci che si stampa sul palo, con l’esterno romano che poco dopo crossa in mezzo, con Bianchi che vince il corpo a corpo con Burdisso ed insacca di destro l’1 a 1. La ripresa si apre ancora con una bella punizione di Cerci, deviata sulla traversa da Stekelenburg e, dopo l’ingresso di Totti, che da maggior geometrie alla manovra offensiva, arriva il 2 a 1 con una gemma di Lamela, che trova un sinistro a giro imparabile sul secondo palo. I granata tentano con insistenza di trovare il pari, con Glik che alza un calcio d’angolo battuto da Cerci, Santana che ci prova sul primo palo (ma è attento Stekelenburg) a fronte di una bella punizione di Totti, neutralizzata dal portiere avversario, con i tentativi di pari del Toro, vani, al pari di quelli di contropiede della Roma, con Florenzi, che per pochi centimetri, non riesce a deviare in rete un assist di Osvaldo, per la vittoria finale giallorosa. Si conclude per 1 a 1 il big match di San Siro tra MILAN e NAPOLI. Partono meglio i padroni di casa con grande aggressività a centrocampo e un buon smistamento del pallone, che viaggia rapido sulla trequarti. I movimenti e l’imprevedibilità di Robinho e Boateng e le puntuali sovrapposizioni dei terzini, con Abate particolarmente propositivo per gli inserimenti degli esterni d’attacco e delle mezz’ali, producono sin da subito pericoli, con Boateng che impegna seriamente De Sanctis con un bel destro piazzato su cross di Abate, e poco dopo sarà invece letale un altro preciso inserimento - questa volta di Flamini, che raccoglie il buon lavoro di sponda di Pazzini - su azione propiziata da Robinho, ed insacca nell’angolo un bel piatto sinistro, che non da scampo al portiere. Il Napoli, però non ci sta, e continua a farsi vedere con i suoi imprevedibili uomini offensivi, con due potenziali tentativi di Hamsik, sulla trequarti - ben fermato dall’attento Mexes - e una conclusione alta di Cavani. La qualità delle mezze punte partenopee, Hamsik e Pandev, è però notevole, e quando si accendono - leggendo bene un errato movimento dei difensori rossoneri - ecco che arriva il pareggio, con un gran inserimento di Hamsik sulla sinistra, con lo slovacco che mette in mezzo al centro dell’area per il macedone, che liberatosi da marcatura, insacca agevolmente con un bel esterno sinistro l’ 1 a 1. Il match vive poi soprattutto di azioni individuali, con un buon contropiede di Robinho, che cerca in area Pazzini, ben anticipato da Britos, a fronte di un tiro sull’esterno della rete di Hamsik, con Cavani che vanifica forse la migliore occasione dei suoi: servito da uno splendido lancio in profondità di Cannavaro tenta un pallonetto che viene però sventato dall’attento Abbiati al termine di un primo tempo ricco di emozioni. La ripresa, invece, vede le due squadre che accusano un calo fisico, con tanto gioco spezzettato e lotta a centrocampo, poche azioni pericolose, con la buona prova in mediana di Montolivo e Behrami, che fungono ottimamente da diga, e le difese attentissime a non concedere spazi agli attaccanti avversari. Le uniche azioni degne di nota scaturiscono nel finale, quando a causa dell’ingenua espulsione di Flamini per fallaccio su Zuniga, il Napoli beneficia di maggiore spazio sulle corsie laterali, con Armero che cerca Cavani con un pericoloso cross, ben sventatato da Abbiati. Sugli sviluppi delle stessa azione, è Calaiò, di testa, ad angolare fuori, su cross di Zuniga, ma la difesa rossonera è attentissima e non concede altre occasioni, con il match che si chiude con il risultato più giusto: il pari. Coglie una bella vittoria la JUVENTUS, che si impone a Roma con la LAZIO per 2 a 0. Inizio incoraggiante dei biancolcelesti, che aggrediscono i portatori di palla bianconeri, per poi impostare la manovra, sfruttando i movimenti e gli inserimenti dei numerosi centrocampisti di qualità di cui dispone, con il gioco che si allarga soprattutto sugli esterni, con Mauri e Candreva, che trovano spesso il cross, ed Hernanes, che tenta la conclusione da fuori, colpendo però debolmente. La Juve è attenta nei tre centrali di difesa, a reggere gli attacchi iniziali biancocelesti, trovando la rete, nella prima vera occasione creata, con Vucinic, che ben servito dai centrocampisti, indovina il taglio vincente per poi essere atterrato in area, con Vidal che realizza il penalty dell’1 a 0. Il gol da ulteriore morale alla Juve, che inizia a macinare gioco, con i puntuali tagli ed inserimenti dei centrocampisti, i movimenti ad aprire spazi per i compagni di Vucinic e la consueta spinta sulle fasce laterali, in particolar modo con gli sganciamenti offensivi di Lichtsteiner. La Lazio è comunque propositiva, e nonostante le numerose assenze, ci prova, con il lavoro sporco di Klose ed i tentativi individuali dei singoli, con un tiro alto di Onazi, e un’occasione di Cana da corner, con il difensore che manca clamorosamente l’impatto con il pallone. I movimenti senza palla dei centrocampisti della Juve e i tagli di Vucinic sono però imprevedibil e devastanti, con il montenegrino, che prima trova Vidal, il cui tiro è ben bloccato da Ciani, e successivamente propizia l’azione rifinita da Marchisio e conclusa da Vidal, che scavalca con un bel tocco Marchetti per il 2 a 0. La ripresa vede una Lazio generosa, con attacchi sia centrali, che con numerosi cross dalle corsie laterali, con Candreva ancora tra i più propositivi, scontrarsi però contro un’organizzata retroguardia, che concede poche occasioni: un insidioso colpo di testa, ben sventato da Buffon, un'altra conclusione aerea imprecisa di Kozak e alcuni tentativi di tiro di Ederson, con Klose che fallisce, a pochi metri dalla porta, la palla buona per accorciare le distanze. E con i bianconeri che provano a colpire di rimessa, fallendo il 3 a 0 con Marchisio che colpisce male sottoporta. Insomma: importante successo della Juve, che si porta così a +11 sul Napoli e vede ormai lo scudetto sempre più vicino; mentre è ancora apertissima la lotta al secondo posto, con il Napoli che rimane comunque avanti, ma il Milan tenterà fino alla fine la rimonta. E, poi, la Fiorentina, che adesso al terzo posto ci crede eccome. Male, invece, l'Inter, definitivamente tagliato fuori dai sogni Champions. Nella parte bassa della classifica, infine, importante successo del Siena, che se il campionato finisse oggi sarebbe salvo.

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