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venerdì 17 maggio 2024 | ore 08:57

"42 anni fa, accoltellato in servizio"

Il tragico episodio del carabiniere Mario Cerciello Rega ha riportato alla mente del turbighese Andrea Tanzini quel mese di maggio del 1977, quando mentre stava svolgendo la sua normale attività di vigile urbano è stato colpito con un coltello da un giovane durante un controllo.
Turbigo - Andrea Tanzini in una foto in divisa

La notizia che è rimbalzata in televisione, in radio e su tutti i giornali… “Carabiniere accoltellato a Roma” e, inevitabilmente, il pensiero è andato a quel mese di maggio del 1977. Perché anche lui come Mario Cerciello Rega è stato colpito proprio da un coltello mentre stava adempiendo alle sue normali attività di servizio. “Io, per fortuna, mi sono salvato e oggi sono qui a raccontarlo; il militare 35enne, invece e purtroppo no, se ne è andato per sempre, lasciando un vuoto incolmabile nei familiari e nelle tante persone che lo conoscevano e che gli volevano bene”. Il turbighese Andrea Tanzini aveva 22 anni all’epoca dei fatti e da poco era diventato vigile urbano (a novembre del 1976) quando è stato pugnalato da un giovane che aveva fermato per un controllo. “Sentire quanto accaduto nella capitale mi ha fatto rivivere ogni singolo istanti della mia vicenda – racconta – Un episodio che non potrò mai cancellare. Sono stati momenti difficili per me e per la mia famiglia”. Una mattina come molte altre, insomma, Tanzini era al lavoro a Nosate, dove svolgeva, appunto, il suo impiego nella polizia locale, poi all’improvviso quello che mai si sarebbe immaginato. “Stavo andando dal Comune all’ufficio postale quando ho visto transitare una vespa con due ragazzi – dice – Qualche giorno prima era arrivata la segnalazione di un ciclomotore rubato e di un furto in appartamento, quindi ho subito collegato le due cose e senza perdere tempo mi sono messo sulle tracce del mezzo, per effettuare gli accertamenti del caso. Li ho seguiti per un po’, ma facevo fatica a stare loro dietro e, pertanto, ho fermato un’auto che transitava di lì; era l’unico modo per riuscire a raggiungerli”. E così, infatti, è stato. “In via Nosate li ho bloccati, però il tempo di scendere dal veicolo, avvicinarmi e chiedere i documenti ed ecco che uno dei due ha estratto un coltello e mi ha colpito al petto – continua Tanzini – E’ successo tutto in una frazione di secondo, ricordo che ho preso la pistola, ma la ferita era troppo profonda, la vista ha cominciato ad annebbiarsi, le forze sono venute sempre meno e sono crollato a terra. Devo davvero ringraziare l’automobilista (il panettiere nosatese) che era con me in quegli attimi e che, immediatamente, mi ha caricato in macchina, portandomi all’ospedale di Cuggiono”. Di corsa verso il nosocomio, perché la situazione era grave e ogni istante era fondamentale e deciso. “Sono stato sottoposto ad un delicatissimo intervento chirurgico – conclude – Le condizioni erano critiche (la coltellata mi aveva leso cuore, fegato e stomaco), alla fine, però, i medici sono riusciti a salvarmi. Certo, il post operazione è stato complicato: 90 giorni di prognosi, la ripresa, ma allo stesso tempo ho ricevuto grande affetto e attestati di vicinanza (oltre ad una serie di riconoscimenti) dalle istituzioni e dai normali cittadini (amici, conoscenti e non solo), fondamentali per potere riprendere in mano la mia vita e ripartire con la professione. Non nego che i mesi dopo, ogni qualvolta ti trovavi a dover controllare qualcuno, la mente inevitabilmente andava all’episodio, ti domandavi chi avessi di fronte e quali fossero le sue intenzioni, però eri anche consapevole che dentro di te il grande senso di dovere e di servizio nei confronti della popolazione e del territorio erano più forti di tutto e di tutti”.

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