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venerdì 17 maggio 2024 | ore 08:54

Le 'vedovelle' di Milano

Le vedovelle, tipiche fontanelle di colore verde alte un metro e 55 centimetri, con il corpo principale in ghisa e il rubinetto in ottone a forma di testa di drago, a Milano sono un’istituzione.
Milano - Fontanelle

Le vedovelle, tipiche fontanelle di colore verde alte un metro e 55 centimetri, con il corpo principale in ghisa e il rubinetto in ottone a forma di testa di drago, a Milano sono un’istituzione. Si incontrano in molte vie della città, ce ne sono circa 500, e hanno quasi un secolo di storia. Secondo diverse fonti, il disegno è opera dell’architetto Luca Beltrami, autore del restauro ottocentesco del Castello Sforzesco, e, da sempre, sono prodotte dalle Fonderie Lamperti di Castellanza.

La prima fu installata nel 1931 in Piazza della Scala ed è l’unico esemplare in bronzo presente in città, da allora il modello del manufatto non è mai cambiato. La leggenda narra che il loro nome sia ispirato al pianto delle vedove di guerra, dal rubinetto infatti sgorga sempre un rivolo d’acqua che ricorda un flusso incessante di lacrime. Il flusso ha una doppia funzione, quella di mantenere l’acqua sempre in movimento ed evitare così la formazione di batteri sul rubinetto, e quella di sfiatare e sacche d’aria delle tubazioni a fondo cieco che si trovano nella rete idrica della città, per questo, in alcune zone, le vedovelle sono più numerose.

La caratteristica forma a testa di drago del rubinetto in ottone richiama i doccioni del Duomo, ed è ispirata al biscione simbolo dei Visconti, presente anche nello stemma della città di Milano. Da questo deriva l’altro nome delle vedovelle, note come “il drago verde”: il modo di dire milanese “ti porto a bere al bar del drago verde” si riferisce proprio alle amatissime fontane.

L’acqua delle vedovelle è potabile, forse non tutti sanno che, per bere dal rubinetto, basta chiudere la bocca del draghetto con un dito e far uscire l’acqua dallo zampillo sulla sua testa.

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