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domenica 19 maggio 2024 | ore 20:41

Camminando sull'antica via del sale

Il viaggio di Sabatino Peduto e Fabrizio Rabbolini. I due amici hanno percorso l'antica strada da Voghera a Portofino. Una settimana in marcia per 30 chilometri al giorno.
Arconate/Busto Garolfo - A piedi sull'antica via del sale

Là su quell’antico percorso battuto fin dai tempi dei romani e punto di riferimento di mercanti e pellegrini. Là sono tornati Sabatino Peduto e Fabrizio Rabbolini. Molto più di un semplice viaggio, ma un’occasione che va ben oltre il normale cammino. Perché se è vero che nella vita non importa solo il traguardo finale quanto piuttosto il tragitto che si compie per arrivarci, chissà che alla fine non abbiano pensato proprio a questo i due amici quando hanno deciso di attraversare a piedi la storica via del sale da Voghera fino a Portofino. “L’idea è venuta circa un anno fa – raccontano Peduto e Rabbolini, rispettivamente di Arconate e Busto Garolfo – Per caso, leggendo un opuscolo, ci siamo detti che sarebbe stato bello provare una simile esperienza. Era qualcosa di alternativo e diverso dalla solita vacanza, un momento al tempo stesso salutare, economico e senza pensieri”. E dodici mesi dopo, allora, eccoli “in marcia”. Sette tappe, una settimana di cammino e 30 chilometri al giorno sempre l’uno affianco all’altro; ma con un’aggiunta in più rispetto al tradizionale percorso. “Abbiamo deciso, infatti, di partire direttamente da casa nostra (Arconate, per la precisione, dove vive appunto uno dei due), facendo così anche il tratto da qui a Voghera – continuano – Contenti? Felici? Emozionati è il forse il termine corretto. Perché è stata un’avventura davvero unica e particolare in ogni singolo istante. Sei a piedi, la mente che si libera (nonostante la fatica c’è, eccome), il tuo corpo sta bene e tutto attorno paesaggi e luoghi caratteristici e speciali. La natura che ti circonda, poi, e gli incontri con le persone di quei posti (perché se da una parte ci siamo affidati alle cartine con il percorso per i vari spostamenti, dall’altra le indicazioni della gente sono state fondamentali per muoverci; e questo ci ha permesso di conoscere e rapportarci con diversi cittadini delle terre attraversate). Alla fine, non c’è un episodio piuttosto che un altro. Tutto il viaggio ci ha lasciato qualcosa dentro che non dimenticheremo mai. Quando siamo partiti, ad esempio (da Arconate ad Albairate, lungo il Naviglio Grande): capisci che ormai ci sei, che l’esperienza è cominciata. Oppure l’arrivo a Bereguardo e Voghera; o ancora quando abbiamo dovuto superare il Po (una situazione per certi aspetti complicata), fino a Varzi e via via verso l’ultima tappa a Portofino. Infine, le soste per la notte (ci siamo affidati a Bed & Breakfast). C’è la consapevolezza di aver messo un altro tassello al percorso”. Senza dimenticare, ovviamente, tutto ciò che è venuto prima del viaggio vero e proprio. “Il tragitto da studiare e organizzare, innanzitutto – concludono Sabatino Peduto e Fabrizio Rabbolini – Contemporaneamente la preparazione fisica. Si usciva a correre, in bicicletta o facendo lunghe camminate quasi sempre immersi nella natura per prendere confidenza ed essere così pronti”.

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