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martedì 14 maggio 2024 | ore 02:10

Tra i due litiganti...

Attualità - Beppe Grillo a un comizio (da internet)

«Per me è sì». Un verdetto, come di fronte ai giudici di X Factor. Dall’altra parte del tavolo, però, non ci saranno Arisa, Morgan, Elio e Simona Ventura ma altri giudici. A loro spetterà giudicare se le giustificazioni portate dagli “assenti” saranno credibili. Nessuna autocertificazione quindi. È quello che toccherà a chi deciderà di andare a votare al secondo turno delle primarie senza aver partecipato alla prima consultazione.
La polemica si monta come la panna nella settimana che porta al confronto Bersani-Renzi del 2 dicembre, e in cima alla lista dei dissapori c’è la possibilità di andare al voto per la prima volta in occasione del ballottaggio. Un’eventualità che ieri pomeriggio è stata discussa in casa Pd, dove sono state spiegate le modalità previste dal regolamento nazionale. Potranno votare tutti gli elettori del primo turno, chi si era preregistrato e poi non era andato alle urne e chi dimostrerà di essere stato impossibilitato a votare domenica scorsa. Ed è su quest’ultimo punto che il confronto è diventato scontro.
Le domande nascono spontanee: chi si prenderà la briga di non credere alle motivazioni di un elettore che si presenterà per essere ammesso alle votazioni? Chidarà del bugiardo ad un cittadino? O chi, per credere alle giustificazioni dell’uno e dell’altro, chiederà biglietti aerei o certificati medici? Forse andava tutto deciso con più chiarezza qualche settimana fa.
Si tratta di un modo odioso per ridurre la partecipazione e di una richiesta offensiva per i nostri elettori; la scelta operata dai dirigenti bersaniani che amministrano le regole riflette, ancora una volta, la paura di una competizione vera. Una cultura inadeguata ad affrontare le sfide di questo Paese. In un paese civile le autocertificazioni si devono poter fare su internet. Almeno si dica la verità, cioè che non si vuole fare registrare più nessuno.
Dalla parte di Bersani si replica: «Siamo di fronte a regole già scritte che si conoscevano già prima di domenica scorsa. Anche perché il principio è uno solo: partecipa al voto chi fa parte dell’albo degli elettori, dato condiviso da tutti in tempi non sospetti. Chi oggi fa polemica sulle regole prende in giro gli elettori. E piuttosto cerchiamo voti sui programmi e non sulle regole». E come se tutto questo sfascio della politica non bastasse, Berlusconi annuncia che si candida! Tra i due litiganti il terzo gode e forse sarà proprio Grillo.

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