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sabato 18 maggio 2024 | ore 14:20

Fukushima con l'ex Primo Ministro

Un'iniziativa promossa dall'Ecoistituto della Valle del Ticino per ricordare i terribili giorni dopo il disastro nucleare di Fukushima. Per l'occasione arriverà l'ex Primo Ministro giapponese Naoto Kan. Confrontro, riflessioni e testimonianze dalle quali partire.
Attualità - L'ex Primo Ministro giapponese, Naoto Kan

"Se tutto va storto, un incidente nucleare ha conseguenze molto più terribili della peggiore delle guerre”, disse Naoto Kan, ex primo ministro giapponese, dopo il disastro nucleare di Fukushima. L’incidente nella centrale di Fukushima Dai-ichi a Okuma, causato da uno tsunami, a sua volta originato da un terremoto, avvenne l’11 marzo 2011. Le gravi conseguenze non sono da circoscrivere nel breve periodo e neppure per i soli chilometri circostanti gli impianti, perché, almeno potenzialmente, i danni potrebbero essere più estesi. “È delle scorse settimane la notizia che le acque usate per il raffreddamento dei reattori potrebbero essere sversate nel Pacifico”, ha affermato l’Ecoistituto della Valle del Ticino, l’associazione promotrice, insieme a Mondo in Cammino, dell’iniziativa che si svolgerà il prossimo 1° novembre. Presso l’Auditorium Paccagnini di Castano Primo sarà trasmesso, per la prima volta in Italia, ‘Il coperchio sul Sole’, film che racconta la gestione del disastro nei primi cinque giorni successivi all’incidente. Dopo la proiezione, alla quale saranno presenti il produttore del film Tamiyoshi Tachibana e Naoto Kan, primo ministro giapponese quando è avvenuto l’incidente di Fukushima, i presenti potranno intervenire e porre domande. “A nostro avviso, è importante che questo film sia visto dal maggior numero di persone possibili - afferma Oreste Magni, presidente dell’Ecoistituto - Ci troviamo in una fase cruciale, nella quale possiamo cambiare paradigma e puntare seriamente sulla diffusione delle energie rinnovabili. Quella nucleare non è una forma di ‘energia pulita’. Il problema delle scorie infatti è ancora irrisolto. Inoltre, per quanto gli sforzi per mantenere alti standard di sicurezza siano doverosamente elevati, gli imprevisti possono capitare, con le conseguenze che conosciamo. Senza contare che il nucleare civile potrebbe essere propedeutico allo sviluppo di quello militare. Infine, un’ultima considerazione - conclude Magni - Le centrali nucleari offrono un modello centralizzato di gestione, cioè si affidano questioni della massima importanza a enti su cui non si può effettuare alcun controllo. Le fonti rinnovabili invece sono decentrate, ‘democratiche’ possiamo dire, proprio per la natura stessa degli impianti”.

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